Lo scorso 23 settembre nei pressi della stazione ferroviaria di Nova Gorica (SLO) è stata rinvenuta, da una squadra di operai intenti in lavori di adeguamento infrastrutturale connessi con le manifestazioni in programma per la Capitale Europea della Cultura 2025, la settima bomba d’aereo del peso di 104 kg di fabbricazione britannica. Al fine di consentire l’effettuazione in regime di sicurezza dell’intervento di bonifica dell’ordigno, a cura del nucleo artificieri della Protezione Civile slovena, il Comune di Gorizia e quello di Nova Gorica, come da prassi orami consolidata, si sono coordinati per definire l’area da sgomberare e organizzare l’evacuazione degli abitanti all’interno dell’area individuata.
A partire dalle ore 7:00 di domenica 20 ottobre e fino al termine delle operazioni, è stata disposta l’evacuazione dalla “zona rossa” inclusa nel raggio di 600 metri dal luogo in cui era posizionato l’ordigno rinvenuto. A seguito di una specifica ordinanza del sindaco di Gorizia, valida per il settore italiano, hanno dovuto lasciare le loro abitazioni nella zona nord di Gorizia 1.261 persone, mentre nel settore sloveno oltre 2.000.
Dalle ore 07.00 alle ore 09.00 ha avuto luogo l’evacuazione dei residenti, i cui nominativi per le persone “fragili” da trasportare sono stati segnalati il giorno prima dalla Protezione Civile goriziana alla Sala Operativa del Comitato Territoriale di Gorizia. Sulla base degli elenchi e della situazione delineata in sede di briefing presso il Centro Operativo Comunale (COC), il Delegato locale OES, Marco Cargnelutti, ha attivato un team OPEM con Volontari e Infermiere Volontarie e costituito un nucleo Comando, Controllo e Comunicazioni per la monitorizzazione e gestione delle attività di competenza.Le operazioni di controllo sull’area dello sgombero per verificare che non ci fossero presenze in zona rossa, sono state seguite tramite due droni del Gruppo Comunale di Protezione Civile collegato con il COC.Alle ore 10.00 la sirena ha sancito l’inizio del disinnesco. In 35 minuti la bomba è stata disinnescata, il tutto facilitato poiché la stessa era stata trovata in una buca profonda circa due metri. L’intervento però è stato più complesso rispetto ai precedenti, come sottolineato dagli stessi artificieri del Nus (Unità statale slovena per la protezione degli ordigni inesplosi), ma anche questa volta tutto si è risolto nel migliore dei modi grazie alla competenza dei vari assetti transfrontalieri partecipanti.
Il trasporto delle persone fragili, in questa occasione, è stato effettuato da Croce Rossa e Croce Verde di Gorizia. Grazie ad un mini-bus da 9 posti per trasporto disabili, dotato anche di pedana idraulica di sollevamento, ricevuto in concorso dal Comitato Regionale CRI del Friuli Venezia Giulia, le operazioni si sono svolte in maniera ordinata e celermente. Il mezzo ha facilitato la mobilitazione in tutta sicurezza delle persone trasportate dalle loro abitazioni alla Casa di Riposo comunale “Angelo Culot”, dove le Crocerossine hanno allestito un centro temporaneo di prima accoglienza fornendo l’assistenza agli Ospiti presenti. Insieme ad ambulanze della Croce Verde Goriziana e mezzi CRI GO, sono state sgomberate le persone bisognevoli di trasporto e gli ”allettati” presso l’RSA locale, segnalate dai Servizi Sociali Comunali.
Al termine della giornata, il presidente del Comitato CRI goriziano, Federico Maria Pellegatti, nel ringraziare il personale che a vario titolo ha preso parte all’operazione, ha sottolineato la completa sinergia e modalità d’intervento tra Croce Rossa e Croce Verde, nonché la professionalità e umanità con cui i Volontari e le Crocerossine di entrambe le Associazioni del territorio hanno fornito il supporto in questa delicata fase.
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